Gli immunomodulanti hanno cambiato radicalmente le prospettive di cura e, in combinazione con farmaci come gli inibitori
del proteasoma e gli anticorpi monoclonali, rappresentano la “spina dorsale” del trattamento, dalla prima
linea fino a quelle successive. E le Car T, il fronte più avanzato dell’immunoterapia, stanno evidenziando
risultati importanti nei pazienti pesantemente pretrattati, con circa l’80% vivo a un anno rispetto a un’aspettativa
di vita che non superava i 9 mesi