Il fumo di sigaretta: problema comune tra i giovani

Introduzione:


La nicotina e le sostanze nocive contenute nel fumo di sigaretta:

La nicotina è stata dichiarata dalla Food and Drug Administration (F.D.A.) una droga a tutti gli effetti e il tabagismo è la forma di tossicodipendenza più diffusa al mondo. La “Nicotuana Tabacum”, pianta erbacea del genere nicotina appartenente alla famiglia delle Solanacee fornisce il 90% del tabacco prodotto nel mondo.

Chimicamente la nicotina è un alcaloide allo stato liquido, quasi incolore che conferisce al tabacco il tipico aroma e sapore.

Negli alveoli avvengono gli scambi tra aria e sangue, l’ossigeno contenuto nell’aria viene assorbito dai vasi sanguigni che circondano l’alveolo e passa direttamente nel circolo arterioso. Le sostanze che la sigaretta contiene sono più di 5.000, tra queste, quelle con più alta percentuale sono la nicotina ed altri alcaloidi, CO, condensato, metalli (cadmio, arsenico, nichel, piombo), acido cianidrico, ammoniaca e acetone. Sono presenti anche agenti cancerogeni come la nitrosonornicotina prodotta dalla combustione della nicotina, formaldeide, composti radioattivi (polonio 210, radon) e benzeni. Inoltre le sostanze che si liberano durante la combustione si condensano sullo strato successivo di tabacco non ancora acceso così che, ad ogni aspirazione, la loro concentrazione aumenta, e alla fine il loro contenuto relativo è circa quattro volte superiore di quello che aveva all’inizio.

La dipendenza dalle sigarette è caratterizzata da due importanti componenti: la dipendenza fisica da nicotina e quella psicologica che è legata ai gesti quotidiani relativi al fumo.

L‘assunzione di nicotina aumenta in relazione alla velocità ed al numero delle “boccate”.

Dopo aver aspirato una sola tirata di sigaretta, bastano soli dieci secondi che 1/3 della nicotina assunta raggiunge il cervello, che stimolato percepisce appagamento, rilassamento, piacere, aumento della concentrazione e riduzione dell’appetito.

Quando è passato del tempo dall’ultima sigaretta, il cervello ha bisogno di avvertire queste sensazioni e per tale motivo richiede l’assunzione di altra nicotina con un progressivo aumento delle sigarette da fumare e sviluppando così dipendenza fisica.

C’è da dire che la rapida stimolazione del cervello per mezzo della sigaretta sviluppa un’associazione tra il gesto di fumare e la sensazione piacevole che il fumo provoca.

E ‘ dimostrato che gran parte dei fumatori accende una sigaretta automaticamente facendo dei gesti quotidiani abituali come dopo un caffè, stando in compagnia di altri fumatori o guardando semplicemente la TV.

Per poter smettere di fumare bisogna cambiare le proprie abitudini e sconfiggere la dipendenza psicologica dalla nicotina.

La maggior parte dei fumatori ha iniziato a fumare prima dei 18 anni e l’uso di tabacco in età giovanile è un fenomeno in continuo aumento.

Si stima che il 62% dei ragazzi di 15 anni fuma ed ha iniziato a farlo ad un’età che si aggira intorno ai 13 anni.

Considerando che il fumo di tabacco è la causa o il fattore di rischio principale di morte ciò può essere risolto con un’accurata prevenzione e educazione alla salute.

L’influenza in età giovanile sull’abitudine del fumo è esercitata in particolar modo dai genitori, dai fratelli, quindi dalla famiglia e dagli amici.

La relazione e la comunicazione genitore/figli giocano un ruolo fondamentale nel consumo di tabacco da parte dei giovani.

I fattori che influenzano l’abitudine al fumo nei giovani sono: il piacere, il senso di soddisfazione, le influenze degli amici e del gruppo, la sensazione di emancipazione, l’esempio dato dalla famiglia o dal partner fumatore e la sensazione di avere un’immagine positiva di se stessi.

E ‘ stata messa in evidenza una forte associazione tra il titolo di studio basso dei genitori e l’abitudine al fumo di sigaretta per gli adolescenti maschi; mentre per le ragazze è stata riscontrata una maggiore propensione a fumare quando in famiglia fuma la madre.

I genitori possono aiutare gli adolescenti a smettere tale abitudine solo se sono efficaci, costanti e restrittivi e se hanno un buon rapporto con i figli basato sulla comunicazione e la coerenza con il loro comportamento, che deve essere da esempio.

Secondo le statistiche il tabacco è causa di più decessi rispetto all’alcool, droga, aids, incidenti stradali, compresi omicidi e suicidi messi insieme.

Nel 20° secolo sono morti 100 milioni d’individui per causa del tabacco e nel 21° secolo le morti per fumo di sigaretta si aggirano a torno unmiliardo, mentre nel 2030 più dell’80% dei morti sarà nei paesi in via di sviluppo.

Si stima che nel mondo i fumatori sono 650 milioni.

Ogni anno i morti per fumo di tabacco sono 5,4 milioni e nel 2030 saranno otto milioni.

In Italia fumano 11,2 milioni di persone e ogni anno muoiono 80.000 persone, mentre in Europa si arriva a 650.000 morti.

Le fasce di età in cui si registra il numero elevato di fumatori sono quelle dei 25 – 44 anni con una prevalenza del 26,4% e quella dei 45 – 64 anni con la percentuale del 25,9%, mentre tra i fumatori con età superiore ai 65 anni la quota si aggira inferiore al 7,8%.

Il rischio di contrarre malattie anche mortali aumenta di almeno 70 volte per i fumatori, chi ha iniziato a fumare nell’adolescenza ha il 50% di probabilità di morire prima dei settanta anni.

Ogni anno in Italia abbiamo dalle 70.000 alle 83.000 morti per fumo di tabacco che è causa di almeno 25 malattie tra le quali BPCO, tumori, cardiopatie, vasculopatie, ictus e infarto.

Molti studi hanno dimostrato che il fumo aumenta di 10 volte il rischio di morire di enfisema, raddoppia la probabilità di avere un ictus e aumenta da due a quattro volte di essere colpiti da un infarto.

Con entrata in vigore della legge 3/2003 del ministro Sirchia per la tutela dei non fumatori, il nostro paese è stato il primo in Europa ad approvare una legge che regolamenta il fumo in tutti i locali chiusi pubblici e privati.

I cittadini italiani si sono dimostrati favorevoli alla legge antifumo e con l’aiuto delle campagne contro il fumo di sigaretta l’Istituto Superiore della Sanità è riuscito a ridurre il numero di vittime da tabagismo, tale dato è associato alla riduzione costante del numero di sigarette vendute in tutta Italia.

Tale fenomeno è dovuto da una parte alla consapevolezza dei cittadini riguardo ai rischi e dall’altra dalla legge 3/2003 che ha proibito le sigarette nei luoghi pubblici e sui luoghi di lavoro.

Secondo i dati Istat c’è stata una riduzione dell’incidenza di fumo dal 23,8% degli ultraquattordicenni nel 2003 al 22,2% nel 2008 e l’indagine Doxa del 2008 ha registrato una riduzione dal 23,5% al 22% delle persone ultraquattordicenni su un campione di 11,2 milioni di persone.

Il consumo di tabacco in Europa.

L’uso prolungato di tabacco e le relative conseguenze sulla salute sono temi predominanti nelle politiche di salute pubblica.

L’OMS afferma che la dipendenza da nicotina è minore negli adolescenti rispetto agli adulti, ma i giovani percepiscono il fumo come un comportamento adulto e questo è una causa che l’induce al consumo di tabacco.

In Europa il tabagismo tra i giovani è monitorato ogni 4 anni ed è svolto dal HBSC ( Health Behaviour in School-Aged Children).

L’indagine dell’HBSC si basa sulla relazione tra alcuni componenti come l’uso di alcool, tabacco, droghe e alimentazione relazionati all’ambiente in cui viviamo.

Secondo l’OMS gran parte degli adolescenti inizia a fumare a 13 anni e la frequenza di consumo di tabacco aumenta con l’età.

Il fumo passivo.

Il fumo passivo è un’altra causa che determina la morte prematura di uomini, donne e bambini.

Il fumo passivo è quello inalato involontariamente dalle persone che vivono in stretto contatto con fumatori in ambienti confinati, come in casa e sul posto di lavoro.

E ‘ stato stimato che nel mondo il fumo passivo provoca 603.000 morti premature, mentre in Europa nel 2012 l’indagine Eurobarometro ha stimato che il 28% degli europei fuma, anche se il loro numero è in calo, il fumo passivo ha causato la morte di almeno 19.000 persone non fumatori in ambienti chiusi.

Ormai ci sono prove scientifiche che il fumo passivo è responsabile di un certo numero di tumori al polmone nei non fumatori, oltre a malattie cardiache, asma e altri disturbi.

Secondo uno studio dell’OMS, pubblicato sulla rivista Lancet, il fumo passivo provoca 600.000 morti l’anno, di cui 165.000 sono bambini che vivono con fumatori.

Numerose ricerche negli ultimi venti anni hanno dimostrato che l’inquinamento negli ambienti chiusi, come: in casa, locali pubblici, uffici, è molto più pericoloso rispetto a quello degli ambienti aperti.

Questo accade perché si passa molto più tempo negli ambienti chiusi, dove il fumo di sigaretta, che è la fonte principale d’inquinamento, determina concentrazioni di gas e polveri con alti livelli.

Se si smette di fumare cosa ci accade?

Non esiste un metodo per smettere di fumare adatto per tutti i fumatori, ogni individuo ha diverse motivazioni e modalità delle abitudini al fumo, così come lo stile di vita, il tipo di lavoro sono diverse per ogni persona, compreso la predisposizione genetica alla dipendenza da fumo.

La sola forza di volontà spesso non basta; se un fumatore vuole smettere di fumare con le proprie forze deve stabilire alcuni obiettivi: come decidere il giorno in cui si spegne l’ultima sigaretta, intraprendere attività fisica, degli hobby, non frequentare ambienti chiusi dove si fuma o stare a contatto con fumatori per non essere indotti in tentazione.

Bisogna ricordarsi che se si è soli a smettere di fumare le prime ventiquattro ore sono le più difficili e i primi 4 giorni l’astinenza è più intensa. L’astinenza da fumo si attenua dalla prima settimana fino al primo mese, mentre per alcuni mesi si avverte affaticamento, difficoltà di concentrarsi, irritabilità e aumento dell’appetito.

Molti fumatori temono che smettendo di fumare si tende ad ingrassare o che non si riesce ad essere meno stressati senza l’aiuto di una sigaretta. Non tutti i fumatori tendono ad ingrassare una volta che si è deciso di smettere.

Il desiderio di fumare si può contrastare con l’esercizio fisico, con semplici passeggiate in compagnia, chiacchierare con qualcuno, masticare caramelle o gomme; è importante cambiare le proprie abitudini alimentari: si può dividere il cibo in 3 – 5 pasti leggeri, ingerire liquidi e mangiare frutta e verdura.

Quando si smette di fumare il nostro organismo elimina gradualmente le sostanze nocive accumulate negli anni in cui si è fumato e cerca di generarsi utilizzando ogni risorsa disponibile che gli possiamo dare.

Dopo aver deciso di non fumare più è utile disintossicare il nostro corpo bevendo da 1 a 2 litri di acqua al giorno, poiché la nicotina viene eliminata con le urine.

Bisogna mangiare frutta e verdura in quantità, queste contengono nutrienti che purificano il nostro organismo e rafforzano le nostre difese.

E ‘ importante ridurre se non eliminare i cibi piccanti, il caffè e tutto ciò che può far venire voglia di fumare.

L’attività fisica aiuta a distrarsi dal fumo, elimina le sostanze tossiche e riduce il peso corporeo.

La speranza di vita di un fumatore è comunque di otto anni inferiore a quella dei non fumatori.

Quando si smette di fumare i benefici vengono avvertiti nelle prime ore, infatti migliora la respirazione, nei giorni successivi scompare tosse e catarro, migliora la circolazione sanguigna, i riflessi, il sonno e lo stato della pelle e dei capelli, si avvertono meglio gli odori e i sapori; l’alito e l’intera persona perdono l’odore sgradevole di fumo.