Le neuroimmagini sono fotografie dei nostri pensieri?

Anche se adesso non sembra sostenibile l’ipotesi che si possa leggere il contenuto dei nostri pensieri, bisogna riflettere sul problema, come stanno facendo numerosi studiosi in varie parti del mondo, e prepararsi a difendere il più fondamentale dei diritti umani, la libertà di pensiero (nell’accezione di libertà cognitiva, privacy mentale, continuità psicologica etc..). E, al tempo di Cambridge Analytica, non postare la propria risonanza magnetica funzionale su Facebook (testo che anticipa l’intercento al Festival della Scienza medica, dal 3 al 6 maggio a Bologna)