Anche per i medici l’obbedienza non è più una virtù

Rivedendo un esperimento del 1961 in cui il 65% dei partecipanti, comuni cittadini, si trasforma facilmente in un “torturatore” per obbedienza all’autorità si può riflettere sul ruolo del medico, che non tortura e non uccide, anzi cura e salva vite. Ma allo stesso tempo accetta che un paziente riceva assitenza in una barella di pronto soccorso, in un sotterrraneo per tre giorni in condizioni insostenibili,o che aspetti tempi biblici per essere curato. Ed è così l’obbedienza diventa complicità e quindi colpa