Conflitti nell’ambiente ospedaliero: il coordinatore nel ruolo di mediatore.

Il reparto: un possibile luogo malsano da rendere migliore.
Papa Francesco afferma che esistono abitudini in base alle quali “il primo giorno si parla bene di chi viene da noi, il secondo non tanto, il terzo si incomincia a spettegolare e poi si finisce spellandolo» e accusa: “Quelli che in una comunità fanno chiacchiere sui fratelli, sui membri della comunità, vogliono uccidere».
Noi siamo abituati alle chiacchiere e ai pettegolezzi, ma afferma il Papa che spesso le nostre comunità e anche la nostra famiglia sono un inferno, ciò viene gestito uccidendo il fratello e la sorella con la lingua.
Secondo le statistiche meno di un quarto delle persone che consideriamo amici sono individui con cui lavoriamo mentre la metà di noi non ha amici sul reparto in cui lavora.
Bisogna fare distinzione tra gli amici e i compagni, questiultimi sono coloro con cui entriamo in relazione solo per motivi professionali, ma non sono individui che frequentiamo fuori dall’ambiente di lavoro.
Si vive spesso in reparti con persone in cui alberga l’invidia e la rivalità sul lavoro, è un luogo quello ospedaliero dove il pettegolezzo e la bugia diventano una distrazione dalla routine lavorativa.
Si arriva in casi in cui un collega riferisce i piccoli errori degli altri ai superiori, come l’aver dimenticato di compilare un modulo o di non aver richiesto un esame ematico prescritto dal medico.
Si verifica il lavoro svolto del collega, si controlla quante volte gli altri rispondano alla chiamata di campanello dei pazienti.
Alcuni infermieri cercano di rinviare le richieste dei pazienti fino al termine del proprio turno, affinché il problema diventi del turno successivo.
Il reparto è una piccola comunità dove tutti devono contribuire e collaborare per creare un ambiente di benessere.
I rapporti con i colleghi di reparto per un infermiere, se sono buoni, costituiscono una fonte di sicurezza e di soddisfazione; e se si fondano su rispetto e solidarietà possono determinare nel professionista un basso livello di ansia e depressione e una riduzione dello stress lavorativo.
Spesso nelle medicherie si verificano discussioni animate per divergenze di opinioni che sono causa di disagio che provoca infelicità e stress.
Molte volte le situazioni di disaggio sono provocate da coloro che non se ne rendono conto e questi possono essere la causa di atteggiamenti e osservazioni offensive che determinano il deterioramento del rapporto tra colleghi.
Nel momento in cui avviene una divergenza con un collega e non siamo in grado di reagire in modo tempestivo ci sentiamo inadeguati, come se ci sentissimo dalla parte del torto e in questi casi non solo ci arrabbiamo con il collega con cui si discute, ma anche con noi stessi, perché non siamo riusciti a reagire prontamente.
Un conflitto tra due infermieri può avere effetti distruttivi come il calo dell’autostima, il benessere psicofisico e la perdita di sicurezza; a sua volta ciò può essere dannoso per l’assistenza al paziente.
Una disputa che ha effetti negativi su un rapporto tra infermieri è causa di incapacità a concentrarsi, a rilassarsi e ci rende irritabili verso gli altri colleghi e i pazienti.
Dal punto di vista fisico si avverte insonnia, problemi gastrici e digestivi fino all’emicrania. In alcuni casi il conflitto può avere effetti positivi e rafforzare un rapporto ma solo se entrambe le parti con la discussione e una certa analisi sono in grado di riconoscere di avere punti di vista diversi.
Non escludendo che due individui hanno opinioni diverse e che devono essere rispettate da tutti si può risolvere un conflitto con conseguente aumento della fiducia e dell’autostima reciproca.
Solo nei conflitti limitati e controllabili di una certa natura e valore si possono avere risultati positivi che rafforzano il rapporto dell’équipe. Per capire come si è sviluppato un conflitto tra due colleghi bisogna analizzare la causa iniziale e l’evoluzione, verificare se colui che ha determinato tale situazione ha anche problemi con altri compagni di lavoro e mettere in evidenza il comportamento e le azioni che hanno determinato tale disputa.
È importante comprendere il motivo che ha determinato il disaccordo tra colleghi, come capire se la causa dipende dalla comunicazione o si interpretano in modo diverso alcuni punti cruciali del nostro lavoro.
Entrambe le parti devono analizzare la situazione e verificare se la causa iniziale che è alimentata da diversi fattori, si è modificata nel tempo e se le ostilità sono cambiate rispetto all’inizio della disputa.
L’intervento di una terza persona può aiutare i protagonisti del conflitto, a far si che le parti avverse si concentrino su alcuni punti cruciali per facilitare il rapporto.
Il coordinatore è la figura idonea a formare e mantenere un gruppo infermieristico unito e collaborante, deve avere competenze tecnico-professionali, relazionali e comunicative.
Il caposala per avere un équipe infermieristica efficace e efficiente deve:
a) Conoscere i ruoli sociali e le caratteristiche personali di ogni suo infermiere.
b) Saper gestire i conflitti come mediatore, i quali sono inevitabili in un gruppo di infermieri professionisti.
c) Comprendere e conoscere le proprie emozioni, saperle gestire, ma soprattutto quelle degli altri.
d) Essere corretto, essere e fare per primo quello che chiede ai suoi infermieri.
e) Conoscere ed usare la comunicazione verbale efficace, cioè quella che permette di recepire il messaggio dato ai due interlocutori.
Il coordinatore è colui che deve far capire ai suoi infermieri in conflitto che solo modificando il loro comportamento si può avere effetti positivi sul modo di agire e sulle azioni verso le persone con cui lavoriamo, i quali, a loro volta, possono cambiare il loro punto di vista per venirci in contro e trovare una soluzione.
È compito del caposala mantenere buoni i rapporti tra gli infermieri anche per migliorare la collaborazione e la produttività del lavoro dell’assistenza infermieristica.
Utile è la figura del caposala, che deve intervenire nelle dispute tra i membri del personale, solo in un atmosfera di calma e priva di conflitti che si lavora bene.
Il coordinatore di reparto non deve fare distinzione tra i suoi infermieri, tutti hanno gli stessi diritti, deve cercare di risolvere i diversi problemi come quelli dei turni, delle ferie, dei congedi studio con delle semplici regole da adottare e valide per tutto il personale.
È comune ed umano che un caposala abbia delle amicizie in reparto o simpatie tra i colleghi, ma ciò non deve influenzare il suo modo di giudicare gli infermieri: