Orario di lavoro, la sanità rischia il caos

La Fp Cgil nazionale chiede subito assunzioni. Le colpe del governo, che non è venuto incontro alle nuove norme sul giusto orario di lavoro, non possono ricadere su addetti e cittadini. La categoria diffonde una guida con istruzioni per l’uso

L’entrata in vigore, dal 25 novembre, della direttiva europea sull’obbligo del riposo minimo di 11 ore continuative nell’arco delle 24 ore rischia di mandare in tilt la Sanità italiana, che avrebbe bisogno di ben altro organico per rispettare le nuove regole. Non sarà infatti più possibile derogare sulle 11 ore minime di riposo giornaliero, sulle pause, sul lavoro notturno e sulla durata massima dell’orario di lavoro settimanale. Stop alle deroghe dalla vigente legislazione e stop anche per le deroghe previste oggi dalla contrattazione collettiva.

“Il giusto orario europeo è a tutela della qualità delle prestazioni sanitarie per i cittadini e della salute dei medici e degli operatori sanitari. Si introducano nella Legge di Stabilità, senza ulteriori deroghe, norme ad hoc che consentano di superare il blocco del turn over, quando è indispensabile assumere, a partire dai precari, e si individuino le risorse necessarie per il rinnovo dei contratti nazionali”. Lo chiedono il segretario nazionale della Fp Cgil, Cecilia Taranto, e il segretario nazionale della Fp Cgi Medici, Massimo Cozza.

Intanto, proseguono, “è forte il rischio caos nell’applicazione delle norme sull’orario di lavoro nelle aziende sanitarie, essendo, per alcuni aspetti, diversamente interpretabili. Avevamo lanciato l’allarme ma in un anno nulla è stato fatto, adesso non ricadano sui lavoratori e su i cittadini le colpe di un Governo che arriva a tempo scaduto”.

Per queste ragioni la Fp Cgil ha diffuso oggi